Si dice ormai da molto tempo e da molte parti che la politica non riesce più a interessare, appassionare, coinvolgere. Lo stadio vuoto, come nella metafora più citata…
Lo sapevate che per fare un bonifico da Italia a Francia ci vogliono circa due settimane e nessuno è in grado di dare garanzie su tempi più brevi (nonostante esista, con tanto di nome, una procedura che assicura quarantotto ore)…
L’Economist, il venerato organo della City di Londra, ha pubblicato un inserto (ma tutti lo chiamano survey, beati loro!) sul declino economico e politico dell’Italia. Il Corriere della Sera (venerdì 25 Novembre, pagine da 1 a 8) ne ha offerto tempestivamente un generoso sunto e l’interpretazione autentica grazie a provvidenziali boxini…
In Turchia si parla molto in questi giorni di una piccola notizia, insignificante per il resto del mondo: l’entrata in attività del primo pozzo petrolifero del Kurdistan iracheno. Una notizia che ha fatto divampare un incendio politico in Iraq e in Turchia. Per quanto riguarda l’Iraq, l’apertura del pozzo di Zakho, a venti chilometri dal confine con la Turchia, ha fatto zampillare con ancor maggiore virulenza la contesa per i proventi del petrolio…
Non sono sicuro che si possa al contempo trovarsi al centro di un dibattito e analizzarlo utilmente dal di fuori. A ogni modo io ho abbastanza testardaggine da provarci e i lettori di Left Wing possono giudicare. E allora procediamo. Cominciando per prima cosa con un’ammissione da parte mia: il Corriere della Sera, che ha innescato la tenzone, non ha soltanto utilizzato gli incolpevoli scandinavi e gli ancor più incolpevoli scandinavisti come proiettili di una fionda mediatica puntata contro il centrosinistra…
Una tonnellata di esplosivo ad alto potenziale può causare molti danni. Quella utilizzata il 14 febbraio scorso per uccidere l’ex premier libanese Rafiq Hariri, in particolare, continua a risuonare e a far tremare il complicato sistema politico siriano-libanese. Da quella data infatti è stato un succedersi di scossoni: il sussulto nazionalista e antisiriano in Libano (protettorato siriano di fatto dagli accordi di Ta’if del 1989) delle manifestazioni degli studenti, poi culminato nelle elezioni politiche di questa estate…
L’ottima affermazione di Hamas alle elezioni amministrative palestinesi di giovedì scorso – nelle città della Cisgiordania di Jenin, Nablus, El-Bireh – ha suscitato una grande eco e preoccupazione sulla stampa europea e statunitense, e una domanda: Hamas (acronimo per Harakat Al-Muqauuama Al-Islamiya, cioè “Movimento di Resistenza Islamica”) è destinato a conseguire una storica vittoria nelle prossime e cruciali elezioni politiche palestinesi del 25 gennaio 2006?