A guardare i media tedeschi e a giudicare i comportamenti dei politici pare proprio che il pano inclinato del dopo elezioni vada verso la Grosse Koalition. Al di là delle dichiarazioni di rito dei dirigenti della Cdu rinfrancati dal risultato di Dresda, è Schröder ad avere aperto davvero i giochi questa settimana dicendo che si ritira e si accontenta di un vicecancellierato per il suo compagno Müntefering se i democristiani ritirano la Merkel. A difendere la Merkel rimane solo Stoiber, della Csu. Un significativo paradosso. Vista la scarsa stima del bavarese per la Merkel…
Si sono appena chiuse le urne del primo turno presidenziale in Francia. Ci sono tre notizie, due buone e una cattiva. Cominciamo dalla cattiva, come si conviene: Nicolas Sarkozy, il campione del gollismo, ha un’affermazione molto forte. Ottiene circa il 30 per cento dei voti e parte favorito per il secondo turno: nella sua posizione di destra netta, decisionista e neo-autoritaria non avrà difficoltà a incamerare gran parte dell’11 per cento ottenuto dal nazionalista Jean-Marie Le Pen…
Quale che sia il giudizio sulle sue scelte nella guerra in Iraq o sul futuro dell’Unione europea – il nostro, per esempio, è pessimo – non si può negare che nella preparazione del G8 di Edimburgo Tony Blair abbia dimostrato di essere un genio. Quale che sia il giudizio su certa retorica terzomondista e su analoghe iniziative benefiche promosse da artisti della musica rock…
Prima la politica, poi le banche, ora il calcio. L’Italia non è un paese spaccato in due, come una mela. L’Italia è un paese in via di spappolamento, come una mela cotta. A venire meno – o come minimo a mostrare crepe profonde, sotto i colpi degli scandali ricorrenti – sono le sue strutture portanti: prima un’intera classe dirigente, con l’assetto politico che l’aveva generata; poi le basi del suo sistema economico e finanziario, le banche; ora il principale fenomeno sociale di massa, il calcio, con tutto il suo peso economico, culturale e politico…
Due piccole notizie, provenienti dal periferico Yemen, ci aiutano a comprendere meglio il quadro generale di una regione complicata e instabile come il Medio Oriente. Una regione che vive un momento di grande interventismo esterno, degli Usa in primo luogo: una guerra al terrorismo fatta in Iraq con eserciti regolari, una seconda guerra portata avanti in tutta la regione con intelligence e reparti specializzati, una terza fatta di interventi politici in favore della democrazia. Purtroppo la prima – mal concepita – crea un riflesso di chiusura identitaria…
E’ davvero divertente, oltre che molto istruttivo, leggere Avvenire in questi giorni di campagna elettorale. Da tempo il quotidiano della Cei diretto da Dino Boffo ha smesso di essere un bollettino ufficiale: è un foglio di battaglia, il mezzo di collegamento tra la base cattolica più militante e i vertici della Chiesa italiana. Un anno fa, in occasione del referendum sulla fecondazione assistita, guidò la vittoriosa campagna astensionista ricorrendo agli strumenti di mobilitazione tipici dell’Unità anni Cinquanta-Sessanta: titoli apocalittici, paginoni, corsivi feroci modello Fortebraccio, editoriali infuocati…
Kim Kardashian è una ventisettenne americana di ottima famiglia – il padre fece parte del dream team di avvocati che salvò O.J. Simpson dall’ergastolo – nota per la una propensione verso gli artisti della scena hip-hop e per essere una presenza fissa alle feste dello star system. Per la verità Miss Kardashian non è nota, tranne forse ai più attenti lettori della Page Six del New York Post, ma lo sarà presto, perché un video privato che la ritrae mentre fa sesso con il rapper Ray J minaccia di venire diffuso da un momento all’altro, e perché la Vivid Entertainment – la Fox del porno, per capirci – ha pagato un milione di dollari per acquistare il video in questione da una non meglio specificata terza parte…
Il 4 marzo Bush è arrivato in Pakistan per la prima visita di un presidente Usa da quella di Clinton nel marzo del 2000. Ma al contrario di Clinton non è stato solo cinque ore per sfuggire all’incontro con il presidente golpista Musharraf, bensì un giorno intero, e proprio per avere la possibilità di mostrare il legame tra i due paesi e tra i due presidenti. Malgrado la visita sia stata preceduta da un’autobomba che due giorni prima a Karachi ha ucciso un diplomatico Usa, e accompagnata da forti manifestazioni di protesta per il suo arrivo. Nessun commentatore ha dedicato molto spazio a questa accoglienza: è sembrata normale…
Il Partito democratico non serve alla sinistra italiana, non serve ai gruppi dirigenti e nemmeno ai militanti di Ds e Margherita, non serve al centrosinistra nel suo complesso. E’ all’Italia che serve un partito democratico, perché è la democrazia italiana che da quindici anni vede le sue strutture portanti piegarsi sotto il peso di una delegittimazione crescente, che non a caso si è accompagnata alla progressiva espropriazione delle sue prerogative e dei suoi poteri…