Per prima cosa, nelle scuole di giornalismo, dovrebbero insegnare che è proprio quando l’indignazione tocca l’apice, quando si ha l’impressione che tutti coloro che si considera responsabili dei peggiori mali del proprio tempo si mettano insieme e insieme congiurino per confermare tutti i propri più radicati pregiudizi nei loro confronti, quello è il momento in cui più che mai occorre misurare le parole. Prenderla alla larga, sorvegliare il linguaggio, procedere per gradi. Passo dopo passo. Primo passo. Beppe Grillo ha scritto sul suo blog (qui) un post dal titolo “Brigate Cgil”. Invitiamo a leggerlo per intero, ma per coglierne il senso bastano le ultime tre righe: “Farsi qualche domanda può aiutare a capire perché nella Cgil si annidassero dei pericolosi brigatisti. O più semplicemente delle persone che, sbagliando, non vedevano altre vie. Capirne 20 per evitarne 100.000”...
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