L’Italia è un paese anormale. C’è una quota di economia sommersa e illegale, che sfugge a qualsiasi indagine, statistica o fiscale, che ha dimensioni enormi. C’è una macchina statale inefficiente e insieme costosa e ridondante, tanto che la forte distanza tra l’amministrazione e il cittadino non accenna a diminuire, né al Nord né al Sud. C’è, infine, un peso delle organizzazioni sindacali delle categorie economiche tradizionali fortemente superiore ai rapporti di forza nella società. C’è anche un problema di riequilibrio del benessere in favore di ceti deboli, che non sono i lavoratori dipendenti ma i pensionati che non lavorano, gli anziani soli, i precari, i giovani, i separati: quelli che non godono di una sicurezza sociale e materiale, che non hanno “dietro” una famiglia benestante e non posseggono nessuna dote: una casa, una macchina, un lavoro…
Le principesse sospirano, capelli biondi e occhi celesti sempre un po’ umidi. Le principesse girano il mondo come divorziate debuttanti...
L’ allora arcivescovo di Genova Tarcisio Bertone qualche mese fa invitò il pubblico a disertare “La Scimmia”, uno spettacolo della...
Secondo il procuratore aggiunto di Milano, Armando Spataro, le intercettazioni illegalmente raccolte dalla Telecom non dovrebbero essere distrutte. Bisognerebbe invece...
Ripubblichiamo qui l’intervista rilasciata da Marco Tronchetti Provera ad Alberto Statera, uscita su Repubblica del 23 luglio 2005, nel pieno delle polemiche sulle scalate ad Antonveneta, Banca nazionale del lavoro e Rizzoli-Corriere della sera (il titolo originale era: “«Il salotto buono è sano e non sarà scalato»”; occhiello: “Il numero uno di Pirelli e Telecom ottimista sulle capacità di reagire dell´Azienda Italia. «Ma la politica non ci aiuta a reggere la concorrenza»”; catenaccio: “Tronchetti: non vedo novità nei neoimmobiliaristi, sono solo speculatori”)