Per prima cosa, nelle scuole di giornalismo, dovrebbero insegnare che è proprio quando l’indignazione tocca l’apice, quando si ha l’impressione che tutti coloro che si considera responsabili dei peggiori mali del proprio tempo si mettano insieme e insieme congiurino per confermare tutti i propri più radicati pregiudizi nei loro confronti, quello è il momento in cui più che mai occorre misurare le parole. Prenderla alla larga, sorvegliare il linguaggio, procedere per gradi. Passo dopo passo. Primo passo. Beppe Grillo ha scritto sul suo blog (qui) un post dal titolo “Brigate Cgil”. Invitiamo a leggerlo per intero, ma per coglierne il senso bastano le ultime tre righe: “Farsi qualche domanda può aiutare a capire perché nella Cgil si annidassero dei pericolosi brigatisti. O più semplicemente delle persone che, sbagliando, non vedevano altre vie. Capirne 20 per evitarne 100.000”...
Il risiko italiano non ha deluso le aspettative di chi ha puntato le sue carte sul rinnovo del patto di Mediobanca a marzo, e sull’assemblea di Generali ad aprile. La maxi espansione della galassia bresciana che si raccoglie intorno alla callida guida del professor Giovanni Bazoli ha suscitato reazioni, dopo mesi e mesi di apparente acquiescenza generale, e ora che gli eserciti si mettono in campo per sbarrarle la strada si tratta di capire se siamo in procinto di mere manovre d’interdizione…
Prima o poi finirà così. Il centrosinistra sarà attraversato dall’ennesima crisi, contestato dalla base e messo sotto accusa dai mezzi...
Anni or sono, ricordando come lo statuto dei lavoratori era stato approvato dopo la morte di Giacomo Brodolini, suo vero padre, Gino Giugni ha scritto che l’adozione definitiva di questa grande riforma si dovette al fatto che Donat Cattin, della sinistra cattolica, aveva portato a termine quanto il “socialista ministro” (e, ci teneva a specificare, non “ministro socialista”) aveva lasciato incompiuto per la sua prematura morte…
A fine anno, è d’uopo interrogarsi su come sarà il prossimo. Parliamo un po’ fuori dai denti, allora, di quelli che metaforicamente si chiamano “poteri reali”. In Italia, almeno a immodesto giudizio di chi qui scrive, è inutile che pensiate alla politica, e da molti anni. Il potere più forte è senza ogni dubbio quello bancario. Ancora la settimana scorsa, Alessandro Penati su Repubblica ha aggiornato puntualmente i dati dello strapotere bancario…