E’ il settembre del 2012, e martedì Renata Polverini è tornata a casa Floris e ha aperto la puntata di...
“S’i governassi il mondo”: sembra l’inizio di un sonetto di Cecco Angiolieri (“S’i fosse foco arderei ‘l mondo/ S’i fosse...
Mario Monti ha ribadito ieri ancora una volta il suo impegno a non presentarsi alle elezioni e ha spiegato di...
“Non saranno i mercati, non sarà la finanza, non saranno le Borse a decidere al posto del popolo francese”, dichiara François Hollande…
Il filosofo Leo Strauss ha teorizzato nel dopoguerra la nascita di una nuova figura retorica, la reductio ad Hitlerum: paragonare l’interlocutore a Hitler, o ad altro personaggio unanimemente considerato come l’incarnazione del male, squalificando così in partenza ogni sua argomentazione. Un’interessante variante dei nostri tempi di tale figura retorica potrebbe chiamarsi reductio ad antieuropeistam. Di fronte alla critica di un determinato provvedimento si risponde invariabilmente: “Ma è l’Europa che ce lo chiede”. Accusando chiunque esprima il minimo dubbio di essere contro l’Europa…
Di fronte alle cifre dei redditi rese note dal ministero del Tesoro, un candido spirito del Settecento potrebbe davvero concludere che gli italiani, popolo fortunato, vivono nel migliore dei mondi possibili. Mentre un utopista dell’Ottocento o un egualitarista del Novecento sarebbe portato a credere che l’Italia sia diventata il paese più socialista del pianeta. Che pensare, infatti, di un paese in cui le classi un tempo sfruttate hanno in media raggiunto e superato il reddito dei loro datori di lavoro…
Ancora una volta, dinanzi a una manifestazione della Fiom, nei gruppi dirigenti del Partito democratico si apre la discussione sull’opportunità di aderire, partecipare, solidarizzare o meno con l’iniziativa. Ho l’impressione però che i nostri elettori facciano fatica a capire il senso di queste polemiche. Si finirà a fianco di esponenti della sinistra radicale, gli stessi che hanno fatto cadere il governo Prodi, si dice. Sarà senz’altro così, ma che c’entra? Appoggiamo un governo assieme a Sacconi e Gasparri, per le ragioni che tutti conosciamo e condividiamo, e adesso…
In un saggio del 2004, ormai classico, per comprendere la questione cattolica dal punto di vista politico negli Stati Uniti, il columnist cattolico liberal…
La riforma del mercato del lavoro allo studio in Italia punta a introdurre elementi di flessibilità per le imprese, accompagnati da maggiori tutele individuali per i lavoratori disoccupati. Il modello, la cosiddetta flexicurity, non è altro che una revisione dell’impianto istituzionale del mercato del lavoro (ma bisognerebbe piantarla col singolare e cominciare a parlare di “mercati”) attraverso una modifica delle relazioni contrattuali. Al di là del giudizio politico sui singoli provvedimenti…
“Presidente, lei nella sua vita ha preso più applausi dai democristiani o dai comunisti?”, gli chiesi una volta pensando alle infinite standing ovation che ogni manifestazione del Pd, il suo partito, o dell’area di centrosinistra riservava a Oscar Luigi Scalfaro. “Indubbiamente la domanda è valida”, rispose il presidente con un guizzo di umorismo dei suoi. Disse che l’affetto che gli tributavano oggi le platee di sinistra non era paragonabile all’entusiasmo di quando era iniziata la sua vita pubblica nella Dc, ma perché era diverso il clima: il dopoguerra, gli anni della ricostruzione…
Di questi tempi il discorso pubblico sembra vittima della sindrome del “gioco a somma zero”, per cui ogni decisione politica si risolverebbe sempre in un braccio di ferro tra gruppi di pressione, forze, partiti, dove a un vincitore deve corrispondere sempre un vinto. Quindi: non è possibile fare buone riforme se non scontentando qualcuno (corollario: più sono gli scontenti migliore è la riforma); il dialogo sociale è un freno al raggiungimento di soluzioni ottimali…
Sembra oramai certo che la riforma del mercato del lavoro sia una priorità dell’agenda politica, per rispondere alla crisi e promuovere la crescita. Da più parti viene porto l’invito ad affrontare il tema senza pregiudizi. In questo spirito, ritengo che sia utile ribadire quattro dati di fatto, ben noti a chi studia il mercato del lavoro ma che sfuggono spesso al dibattito. Il primo dato è che la rigidità del mercato del lavoro italiano è ampiamente sopravvalutata. Per l’Italia, l’analisi dei flussi mostra tassi di riallocazione…