Grande attesa per l’evento organizzato domani da Democratica, fondazione-scuola di politica veltroniana, che per discutere il tema “L’informazione e la sua libertà” ha chiamato a confronto il direttore di Repubblica, Ezio Mauro, e l’ex direttore del Corriere della sera, Paolo Mieli. Non meno interessanti si annunciano però anche i successivi appuntamenti, come quello dal titolo “Medio Oriente, cultura della convivenza e ruolo della democrazia”, con relazioni di Donald Rumsfeld e del Mullah Omar, o il confronto tra Pupo e Lady Gaga sul tema “Per una musica d’impegno civile”. Rinviato a data da destinarsi, invece, l’atteso dibattito su “Ordine pubblico e diritto al dissenso”, pare per l’impossibilità di contattare il generale Bava Beccaris e per precedenti impegni di Pol Pot.

Nelle ultime settimane si è ricominciato a parlare molto di Chiesa e politica, dottrina sociale e crisi economica, tramonto della socialdemocrazia e ruolo dei cattolici nello spazio pubblico. Lo si è fatto in modi diversi, per vari scopi e con risultati diseguali. E lo si è fatto anche su questo sito, a partire da un articolo di Chiara Geloni sul ruolo dei popolari all’interno del Partito democratico e dalla replica di Pierluigi Castagnetti, seguiti dall’intervento di Claudio Sardo, che ha suscitato a sua volta…

Dinanzi allo spettacolo offerto in questi giorni dal cupio dissolvi del centrodestra, uno spettacolo al cui confronto i ricorrenti mega-vertici dell’Unione prodiana erano pranzi di gala, già si ricomincia a parlare di crisi di governo imminente, cambi di maggioranza alle porte ed elezioni in vista. Può darsi che le elezioni rimangano in vista ancora a lungo, naturalmente, senza avvicinarsi né allontanarsi, anche fino alla naturale scadenza della legislatura. Certo è che con una simile ipotesi…

Come il ricorrente dibattito sulla necessità di cambiare inno nazionale, e come quasi tutti i dibattiti di questo genere, una discussione sull’opportunità di cambiare il simbolo del Partito democratico si rivelerebbe più specchio che soluzione del problema. Sarebbe la dimostrazione – o se si preferisce il simbolo – di una drammatica incomprensione di sé e del proprio posto nel mondo, ma soprattutto di cosa siano, e a cosa servano, i simboli. Sarebbe come pretendere di cambiare il carattere nazionale…

Proprio alla vigilia del G-20 di Toronto, la Cina ha annunciato di voler procedere a una lenta e graduale rivalutazione dello yuan. Sembra concludersi, almeno a parole, il lungo braccio di ferro che ha visto prima coinvolto un gruppo consistente di economisti (capitanato dal premio Nobel Paul Krugman) e successivamente pure l’amministrazione americana. Nelle ultime settimane le pressioni politiche si erano fatte così intense che, in una insolita nota ufficiale del dipartimento del Tesoro…

Di tutti i fenomeni di devozione popolare che hanno spesso attirato sul nostro paese l’attenzione di registi, scrittori e antropologi di ogni parte del mondo, pochissimi possono competere, per diffusione e per intensità del sentimento, con il culto che circonda il capo dei nostri servizi segreti, Gianni De Gennaro. Da anni, ormai, un pellegrinaggio instancabile di politici, opinionisti e cronisti giudiziari si ripete ciclicamente dopo ogni accusa, ogni sospetto, ogni insinuazione che arrivi anche solo a scalfirne l’immagine…

Meglio dirlo subito: il presepe di Pomigliano non ci piace. Lo spirito prematuramente natalizio con cui l’accordo separato è stato annunciato sulla stampa, con Sergio Marchionne nei panni del Salvatore, il ministro Maurizio Sacconi nelle vesti del bue ed Enrico Letta in quelle dell’asinello, non solo non ci convince, ma ci fa venire in mente, per citare il grande Altan, idee che non condividiamo. Come, per dire la più moderata, l’idea di schierarci con quella Fiom che abbiamo sempre considerato…

Credo che la presenza non anonima dei cattolici sia condizione vitale per il Partito democratico, dopo essere stata una delle principali ragioni fondative. E credo che Chiara Geloni e Pierluigi Castagnetti, pur nella polemica, abbiano entrambi toccato punti cruciali che meriterebbero finalmente un esame approfondito e non la solita frettolosa archiviazione (che ormai sta diventando un test di sterilità del cattolicesimo politico). La “storia” del Pd è una questione essenziale, dirimente…

Eccomi! Sono io il colpevole di aver fatto arrabbiare Chiara Geloni con quell’interpretazione, ritenuta maliziosa, del riferimento ai “centocinquant’anni di storia che sono alle nostre spalle” che Pierluigi Bersani è solito richiamare. Prima di dire la mia, mi siano consentite alcune premesse. La prima: non ho cercato io, come è ovvio, il giornalista Andrea Garibaldi del Corriere, e di quella ennesima lamentatio dei cattolici del Pd avrei volentieri fatto a meno, anche se mi riconosco in tutte le affermazioni…

“Le primarie sono come il gesto del bambino che ascolta la conchiglia e sente il rumore del mare”, ha detto Nichi Vendola in uno dei suoi tanti slanci lirico-politici. In effetti, il gesto di accostare all’orecchio quel che resta della corazza di un invertebrato defunto, per gioire di un ingannevole effetto uditivo, ci pare renda perfettamente l’idea vendoliana della politica: l’eco lontana di qualcosa che non esiste, in realtà, da nessuna parte. Puro suono. Però lirico.

Che cosa sta succedendo ai popolari del Partito democratico? “Malumori”, “sofferenze” e “malesseri”: la presenza nel Pd della fazione più consistente degli ex democristiani – quella, per intenderci, di osservanza non bindiana né lettiana – viene ormai raccontata con i termini di una diagnosi infausta. È una vecchia tattica da animali politici: si prende un tema del tutto marginale (le infiltrazioni della massoneria), o già risolto e archiviato (il nome delle feste del partito), o palesemente pretestuoso…

Sbaglieremo, ma la nostra convinzione è che la pessima legge sulle intercettazioni recentemente approvata dal Senato non entrerà mai in vigore. Un’opposizione intelligente potrebbe impedirlo facilmente, sfruttando le molte condizioni favorevoli, dalle divisioni nella maggioranza al fronte larghissimo, specialmente tra i mezzi di informazione, schierato contro quella legge. Un fronte che comprende pure molti giornali di destra. Ma se anche il governo riuscisse a farla passare, al primo tentativo di applicarla…