Il problema non è Marco Travaglio, né quello che ha detto su Raitre, ospite di Fabio Fazio, a proposito di...

Alla shadow victory, giustamente, segue uno shadow cabinet. A una campagna elettorale in cui il partito è stato ridotto all’ombra del candidato premier, segue una segreteria nominata direttamente dall’ombra di un leader politico: un segretario fantasma che presenta il nuovo organigramma in conferenza stampa, senza nemmeno fingere di sottoporlo prima alla direzione, già convocata per questa settimana…

La discussione “ampia e approfondita” che il Partito democratico, dopo la sconfitta, ha finalmente deciso di avviare, dovrebbe partire da una premessa. Questa: sostenere che il risultato delle politiche è stato un successo o un mezzo successo, come continua a fare Walter Veltroni, non aiuta. Di sicuro non ha aiutato nel ballottaggio di Roma, dove un diverso atteggiamento forse non sarebbe stato sufficiente per vincere…

In un’intervista di oggi all’Unità – che lo definisce “fedelissimo del segretario” – Giorgio Tonini dice che Walter Veltroni ha fatto benissimo a proporre un congresso, perché “dobbiamo evitare un pericolo mortale: una lunga fase di mugugni e mezze recriminazioni, sassi lanciati e mani nascoste”. Pienamente d’accordo con lui, sottoponiamo il seguente articolo a quella “discussione ampia e approfondita”…

“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Alle donne che il giorno dopo il sabato si recarono con oli e aromi profumati al sepolcro, trovandolo vuoto, due uomini dalle vesti sfolgoranti si rivolsero, secondo la versione del Vangelo di Luca, con quelle parole. Ed esse compresero ciò che era scritto, che il loro Signore Gesù doveva resuscitare dai morti. Senza la resurrezione, vana è infatti la fede e la predicazione…

Lo diciamo adesso, prima di conoscere l’esito della sfida, affinché nessuno possa accusarci di fare dello sciacallaggio, speculando sul risultato...

Nella nuova stagione, nel nuovo bipolarismo, ma soprattutto nel nuovo partito che Walter Veltroni ha guidato alle elezioni del 13 e 14 aprile, a quanto pare, non è previsto il dissenso. Non sono ammesse critiche da parte di eletti, elettori o dirigenti del Pd, che sarebbero un segno di resistenza al cambiamento, manovre di apparato, trame di palazzo. Insomma, un complotto. E non sono ammesse critiche neppure dalla stampa…

In Germania la crisi dei socialdemocratici è tema di dibattito quotidiano. Da quando Kurt Beck ha autorizzato l’Spd a stringere accordi con la Linke (la sinistra radicale) anche nei Länder dell’ovest – una mossa che in campagna elettorale aveva esplicitamente escluso – l’Spd continua a perdere consensi. Ma tutti si affannano così testardamente attorno alla malconcia Spd, tutti sono così impegnati…

Tralasciamo l’ultima puntata di Santoro, dove sembrava quasi che si adombrasse la tesi, tante volte criticata, che il leghismo nasca...

“Di chi dobbiamo avere più paura, babbo – domanda oggi la figlia di Bobo sulla prima pagina dell’Unità – di Montezemolo che attacca i sindacati o della Lega che li difende?”. Nel volto stupefatto del padre c’è tutto lo smarrimento del militante democratico. E anche del fedele lettore dell’Unità, che su quelle stesse pagine, a due giorni dalle parole di Luca Cordero di Montezemolo, non ha ancora trovato una sola replica…

Lo scoglio della proposta presidenzialista attende il Partito democratico sul cammino delle riforme, nel mezzo di una difficile strettoia: da un lato un girotondismo sempre attivo e pronto alla scomunica di qualsiasi dialogo, dall’altro la tentazione di rifuggire da un’attenta disamina della sconfitta elettorale, imboccando la scorciatoia di un accordo a due con il Pdl, per imprimere un indirizzo definitivamente plebiscitario…